Litigi in famiglia? Spesso è colpa del cane
(fonte: www.iodonna.it)
Un sondaggio rivela che il 14 per cento delle persone ammette di avere più diverbi a causa del cane che dei figli. E una coppia su cinque confessa di discutere perché uno dei due è troppo severo
Note sono le vicende di coppie in crisi che, per l’affidamento del cane o del gatto, si sono rivolte a un giudice. Una recente ricerca britannica, oggi, aggiunge che i quattrozampe possono realmente infrangere l’armonia in famiglia. I cani sarebbero, infatti, tra le prime cause di liti (a giorni alterni!) tra le mura domestiche: si discute su dove il cane possa dormire, sul sofà o in camera da letto, su come educarlo, su chi debba pulire dove sporca e anche portarlo a spasso. Dice, ancora, la ricerca commissionata da Esure, colosso assicurativo londinese, che nel corso di una vita, un cane può scatenare addirittura duemila diverbi. Il 14 per cento delle famiglie ammette di avere più diverbi a causa del cane che dei figli, e una coppia su cinque confessa di litigare, perché uno dei due è troppo duro con l’animale.
Scuote la testa l’etologo bolognese, Roberto Marchesini: “Non è il cane il problema, bensì la difficoltà di stare insieme”. La presenza di un cane all’interno della famiglia, infatti, “accresce le interazioni tra i membri del nucleo, diminuisce cioè quella tendenza alla convivenza passiva (viviamo da estranei sotto lo stesso tetto) creando un clima di accesa relazionalità. Il cane è un animale che interpreta il gruppo come una squadra che deve trovare una concertazione – uno schema di gioco – anche a costo di scontrarsi con le contraddizioni dei diversi membri della famiglia”. Il cane, continua Marchesini, è un animale “inciampo”, una specie di “grammatica familiare”. “A differenza del gatto che mantiene degli spazi, il cane unisce, è una sorta di tessuto connettivo. Questo lo porta a essere un capro espiatorio, un casus belli, nelle situazioni di problematicità relazionale tra i coniugi e con i figli”. In altre parole, si utilizza il cane “per evitare di affrontare il nocciolo duro del diverbio. Il cane fa scoppiare un malessere che è presente all’interno del gruppo”. Il che può avere un effetto terapeutico, quasi catartico, perché consente ai membri della famiglia di portare fuori i dissapori ed affrontarli. Si litiga, certo. Ma la presenza di un cane “aiuta il gruppo a ritrovare dei momenti di condivisione e di creare delle situazioni di vissuto comune”. Il cane, conclude l’etologo, ragiona con il “noi”. È il contrario della tv, che aumenta distanze e atteggiamenti d’individualismo.
Concorda Raimondo Colangelo, veterinario comportamentalista (e vicepresidente Associazione nazionale medici veterinari): “Il cane è diventato un elemento paritario in famiglia, proprio come un figlio. Può scatenare competitività per l’affettività, può acuire o rivelare visioni diverse e valori diversi. Può mettere in luce divergenze rispetto agli impegni che richiede, agli spazi da condividere, fino alla sensibilità diversa nei suoi confronti”. Si parla cioè di “cane sintomo”: il cane non è la causa dei litigi, bensì diventa il “capro espiatorio sul quale scaricare contrasti già presenti o potenzialmente presenti. È il sintomo di un malessere già nella relazione familiare o di malesseri che se non ci fosse il cane si scaricherebbero su altri, ad esempio sui figli”. La soluzione? Prima di adottare un cane, è utile un raduno di famiglia. Il cane è un animale superiore, ci ricorda John Bradshaw, biologo e ricercatore inglese, nel volume La naturale superiorità del cane sull’uomo. Lo adottiamo perché diventi un amico. Invece ci aspettiamo che “sia di compagnia quando ne abbiamo bisogno e invisibile per il resto del tempo”.
CHE NE PENSATE? CREDETE CHE SIA POSSIBILE LITIGARE A CAUSA DI UN CANE? ASPETTO I VOSTRI COMMENTI
IL LESSICO:
l’affidamento: Consegna di un minore a una famiglia, a una singola persona o a un ente di assistenza, che ne diventano responsabili
si sono rivolte: rivolgersi
animale domestico, spec. cane: negozio di accessori per quattrozampe.
infrangere l’armonia: Spezzare, rompere, frantumare qlco. in molte parti
scatenare:
diverbio: Animata e aspra discussione, litigio verbale: avere un violento diverbio con qlcu.;
Scuotere la testa: in segno di scontentezza, dubbio, o rifiuto
bensì: però, ma, invece, anzi
inciampo: un ostacolo, una difficoltà
un capro espiatorio: persona che sconta le pene altrui (kozioł ofiarny)
un casus belli: Motivo di attrito, contrasto, litigio | fare di qlco. un casus belli, drammatizzare, ingigantire una questione da poco.
il nocciolo duro la parte, l’elemento che nel corso del tempo si presenta come più saldo, più affidabile, più tenace
catartico: Della catarsi
acuire: Aguzzare, rendere acuto e penetrante (III b)
un raduno Riunione di più persone in uno stesso luogo
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litigare, bisticciare / litigarsi, bisticciarsi – pokłócić się
litigio, bisticcio, lite- kłótnia
GRAMMATICA:
un clima, uno schema –> I NOMI CON LA DESINENZA “- MA” SONO MASCHILI: il problema, il cinema, il tema
ECCEZIONE: la crema, la trama